La Triennale di Milano presenta un’importante mostra sulla progettazione di infrastrutture, spunto per riflettere sulle modalità virtuose del costruire. L’evento diventa un’occasione per ricordare la figura del maestro Angelo Mangiarotti, recentemente scomparso.
È stata inaugurata ieri in Triennale la mostra “L’architettura del mondo. Infrastrutture, mobilità, nuovi paesaggi.” a cura di Alberto Ferlenga. Il titolo si riferisce a tutte quelle opere architettoniche quali aeroporti, strade e ferrovie che svolgono l’indispensabile compito di rendere connesso il mondo, andandolo necessariamente a modificare con la propria presenza. Complessi costruttivi che si trovano in un contesto, quello della contemporaneità, dove le abitudini dell’uomo sono in continua evoluzione, caratterizzato da un ambiente che necessita una non più rinviabile tutela tramite progetti rispettosi e non invasivi.
Il valore di questa esposizione è, infatti, legato alla volontà di promuovere un modo di progettare non incentrato esclusivamente sul corretto svolgimento delle funzioni pratiche alle quali l’infrastruttura è destinata, ma in grado di avere una ricaduta anche a livello qualitativo, estetico, con soluzioni rispettose dell’ambiente e del contesto sociale e umano di riferimento. Una progettazione attenta al territorio, alle città e soprattutto alle esigenze delle persone destinate a entrare in contatto diretto con le strutture, perché questi fattori sono in grado di condizionare in maniera determinante la loro vita e le loro abitudini.
Il percorso espositivo de “L’architettura del mondo” è suddiviso in quattro sezioni di riferimento: una sezione storica che riguarda grandi progetti del Novecento, una seconda riferita alle recenti produzioni internazionali, una terza sezione dedicata al contesto italiano degli ultimi anni, un’ultima infine che prende in esame colossali opere di carattere globale pensate per far fronte alle sabbie o al vento o destinate all’approvvigionamento idrico o energetico, opere in atto, ad esempio, in Africa, Cina o Sud America e che si basano su precedenti progetti ideati nel secolo scorso. All’interno del percorso è inoltre possibile visionare un’interessante serie di quarantacinque video riguardanti altrettante città del mondo pensati da giovani ricercatori o architetti che vivono o hanno vissuto fuori dall’Italia: un’opportunità per apprendere le diverse situazioni al di là dei nostri confini e rapportarle alla realtà del nostro Paese. Si apre qui una parentesi per sottolineare l’accuratezza dell’allestimento, con modellini, album d’immagini da consultare, video e campioni di materiale.
Nomi come Le Corbusier e Saarinen accanto a quelli di giovani ricercatori, città italiane come Reggio Emilia, Venezia, Napoli accostate a metropoli internazionali: “L’architettura del mondo” fornisce un ritratto della produzione di infrastrutture dal secolo scorso ai giorni nostri, con lo sguardo rivolto al futuro. In mostra fino al 10 febbraio 2013 negli spazi della Triennale, sembra voler dimostrare che solo attraverso una riflessione sulle grandi opere passate e sui maestri della progettualità è possibile pensare alle infrastrutture ancora da costruire, prendendo spunto dalle idee geniali, imparando dagli errori e tentando sempre di migliorarsi.
La presente esposizione diventa per noi occasione per ricordare la figura di Angelo Mangiarotti, architetto, designer e scultore scomparso lo scorso 30 giugno a Milano all’età di novantun anni, presente in mostra con alcuni progetti: quello per il Ponte di Messina del 1987 realizzato con Giulio Ballio e Alberto Vintani, quello sulla Pensilina tipo in acciaio per le Ferrovie dello Stato, Stazioni Certosa e Rogoredo, Milano, del 1982.
Info
“L’architettura del mondo. Infrastrutture, mobilità, nuovi paesaggi.”
A cura di Alberto Ferlenga
Triennale di Milano, Viale Alemagna 6, 20121 Milano
Durata mostra: 9 ottobre 2012-10 febbraio 2013
Inaugurazione avvenuta lunedì 8 ottobre 2012
Informazioni: www.triennale.it
Tratto dall’articolo pubblicato su Eosarte.eu